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OMÓS – noi non siamo uguali

Di e con Riccardo Olivier (performance derivata dall’elaborazione del site-specific per il Festival lecite/visioni, debutto 26 ottobre 2017)
Produzione Fattoria Vittadini

sinossi

Omós è una sovrascrittura di tre percorsi molto differenti: testo video-proiettato, scrittura coreografica, scrittura musicale, che compongono la polifonia complessa dello stare conflittuale di Riccardo di fronte alla parola omossessuale. Il percorso coreografico consegna un materiale elaborato in un’arcata tesa da una prima iniziale “ambientazione” privata, casalinga, fino ad un’immagine finale, simbolo in movimento che trae spunto dal dibattersi di una falena su un vetro. Il percorso testuale si basa su ricerche effettuate su sex workers a Bucarest e a Milano e su riflessioni personali, ispirate dal pensiero Gayatri Chakravorty Spivak e in particolare al concetto di comune identità transitoria strumentale delle comunità dei subalterni. Il percorso audio-musicale: registrazioni audio di scontri di polizia, soundscape ambientali di archivio o ricercati apposta (in natura, in manifestazioni e anche realizzati ad hoc) si innestano sulle versioni di Imany di “T’es beau” di Pauline Croze, “Who will loveme know” di PJ Harvey e la versione di Bjorn Warning “FOLI (there is no movement without rhythm)” dalla versione originale di Thomas Roebers and Floris Leeuwenberg; “Foli” significa movimento nella lingua della tribù Malinke.

Durata 40 minuti.

 

SULLO STARE

SULLO STARE
studio

Di e con Giuseppe Muscarello e Davide Valrosso
musiche originali Pierfrancesco Mucari
Produzione Pindoc/Hanghiari Hub

sinossi

L’incontro tra due esseri umani altera l’ordinario scorrere del tempo, definisce un prima e un poi, è una cesura nella nostra esistenza. Spesso accade per caso, inscrivendosi nell’ordine dell’imprevisto. Nell’incontro non si fa solo esperienza di un nuovo rapporto interpersonale ma della nascita di una nuova realtà, non si guarda più il mondo da un unico punto di vista ma dall’osservatorio privilegiato della condivisione, e la condivisione può generare bellezza. L’incontro porta altrove, introduce una tregua nelle ferite di ciascuno.

Durata 20 minuti.

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